David Lankes, autore dell’Atlante della Biblioteconomia moderna, ha illustrato le idee principali che caratterizzano il suo pensiero in una serie di seminari organizzati dall’Ambasciata americana a Roma, dall’American University di Roma, da AIB, dalla Scuola Vaticana e dall’Istituto reale olandese di Roma. Malgrado il periodo estivo, un folto pubblico ha partecipato agli incontri ponendo numerose domande. Perché l’Atlante di Lankes è così stimolante, tanto da convincere centinaia di professionisti a partecipare? Lankes è un appassionato difensore del ruolo del bibliotecario: questo è la prima ragione che attrae i bibliotecari, in un periodo in cui la professione viene spesso messa in discussione e sembra in competizione con altre professioni. Nello stesso tempo, Lankes dà un orientamento che spinge ad una trasformazione della professione ed ad un suo impegno sociale: la biblioteconomia partecipativa è la parte del suo messaggio più controverso.
Lankes ha osservato che quello che sembra provocativo nell’Atlante è uno “Shift of Agency” un cambiamento di prospettiva: da Biblioteche verso Bibliotecari; da Collezioni verso Comunità; da Docente verso Discente. Questi tre aspetti insieme costruiscono la cultura della “partecipazione” e sono i pilastri che realizzano la missione del bibliotecario: stimolare le conversazioni con la finalità di migliorare la società attraverso la condivisione di conoscenza e l’azione sociale.
Questa missione è valida per l’Italia come per gli Stati Uniti, ma dovrà adattarsi alla comunità locale ed ai diversi contesti.
Biblioteca verso Bibliotecario
Non è l’istituzione che conta ma è il bibliotecario: questo è il primo messaggio. Il bibliotecario secondo Lankes non deve essere definito dalla biblioteca: ci sono bibliotecari che non lavorano in biblioteca, ma sono lo stesso bibliotecari, mentre non tutti quelli che lavorano in una biblioteca sono bibliotecari, ma possono essere giuristi, economisti, informatici, architetti ecc. impegnati ognuno per le sue professionalità.
Cosa caratterizza allora l’identità del bibliotecario e lo rende unico? la definizione di bibliotecario che ha dato Lankes è più ampia di quella solita: il bibliotecario è un facilitatore, che ha una missione ed un’etica professionale. Non è un intermediario che si limita a trasmettere l’informazione in modo neutrale, ma invece un agente attivo, un militante, che si sente responsabile di migliorare la società. I valori del bibliotecario moderno sono: apertura intellettuale e trasparenza, empatia e rispetto, riflessione critica, creatività e fantasia, collaborazione, curiosità e apprendimento continuo.
Collezione verso Comunità
Lankes ha chiarito che l’aspetto umano della biblioteca partecipativa è molto importante per realizzare la missione del bibliotecario! Il bibliotecario facilitatore deve costruire comunità e non solo collezioni. Nel 2003 OCLC ha realizzato il rapporto Environmental scan sul contesto delle biblioteche e si è concentrato sulla percezione delle biblioteche: tutti quelli che hanno risposto hanno individuato il libro collegato al concetto di biblioteca. Questo però non deve significare che ci dobbiamo fermare ad organizzare l’accesso al libro, limitando la nostra azione. Chi cerca libri li cerca per apprendere, per creare connessioni, per attribuire significato. Domandiamoci: cosa significa il concetto di libro per le persone? il libro significa lettura, scrittura, lingue diverse da conoscere, costruire la pace conoscendo meglio gli altri, ecc. Quando le persone dicono libro pensano si alla storia, ma anche al futuro, al cambiamento, a tutte quelle possibili connessioni che il singolo libro crea nella mente delle persone.
Bisogna mettere la comunità al centro e la collezione intorno ad essa. Il bibliotecario non è solo legato ai libri, la biblioteca non è solo la collezione ma quello che è importante sono le connessioni: connessioni tra libri, ma soprattutto connessioni tra persone. Il ruolo del bibliotecario è quello di facilitare la conversazione civile, il rispetto delle persone, l’innovazione, far accettare la diversità, connettere una molteplicità di punti di vista, connettere persone per la finalità di contribuire allo sviluppo economico, andare attivamente a cambiare la società.
Dobbiamo cercare di realizzare l’accesso alle persone che hanno passioni ed esperienza da condividere e non cercare di fornire accesso alla conoscenza. Più che dare risposte, dovremmo fare le domande giuste. Dovremmo chiedere ai membri della biblioteca: cosa ti appassiona? come puoi condividere con gli altri membri della comunità quello che sai?
Docente verso Discente
Chi apprende è a sua volta docente e può insegnare al docente. I bibliotecari che fanno corsi di istruzione bibliografica spesso si mettono in modo arrogante verso i partecipanti: io so e tu non sai, una trasmissione di conoscenza unidirezionale. I bibliotecari quando offrono il loro supporto, spesso si pongono ad un gradino superiore all’utente.
Per molto tempo nell’educazione, si è seguito il modello di sviluppo cognitivo di Piaget chiamato Grocery method, cioè preparare un contesto di apprendimento ricco di risorse per favorire l’apprendimento. Conseguentemente i bibliotecari si sono concentrati su collezioni di supporto allo studio.
Ma il membro della biblioteca partecipata non è un consumatore, non è un vaso in cui versare conoscenza,occorre rimescolare l’approccio tradizionale: chi apprende può insegnare al docente, può non solo usare ma creare i suoi contenuti e servizi. Occorre democratizzare l’apprendimento, apprendere è fare connessioni, essere costruttivisti e connettivisti.
Aspettarsi di più: come continuare le conversazioni?
Dobbiamo aspettarci di più dalle biblioteche ed anche le biblioteche devono aspettarsi di più da amministratori pubblici e comunità. Anche IFLA e le Associazioni professionali devono fare di più: non solo standard e dichiarazioni, che pure sono importanti, ma anche favorire le connessioni tra comunità, come ad esempio ALA International mentoring mentoring
Il primo impatto delle conversazioni italiane di Lankes è stato quello di incoraggiare i bibliotecari italiani. Percepisco ha detto Lankes che i bibliotecari in Italia come negli stati Uniti si sentono “frustrati” perché vorrebbero realizzare la loro missione ma o non si sentono capaci di farlo o non sono messi in grado di farlo. Qual è l’ostacolo allora che impedisce o frena la modernità delle biblioteche italiane? discutiamone insieme, facciamo rete e cerchiamo di trovare delle soluzioni.
Durante le conversazioni con Lankes è cominciata una discussione che è molto utile per la biblioteconomia italiana, che sembra bloccata e non adeguata alla società contemporanea. Si è anche creato un network internazionale in cui tutti gli interessati (stakeholder) hanno avviato una conversazione sui concetti, principi, valori della biblioteconomia, partendo proprio da temi controversi, come quelli promossi da David Lankes nell’Atlante. Grazie quindi all’Ambasciata americana, all’American University di Roma, a AIB, alla Biblioteca Vaticana ed all’Istituto reale olandese per aver facilitato questi incontri. Soprattutto grazie a Lankes per l’impatto positivo delle conversazioni e l’approccio critico che ci stimola ad avere per arrivare ad una migliore comprensione della biblioteconomia moderna.
Gli eventi in Italia di David Lankes in Italia sono stati:
10 luglio 2015: Pistoia Biblioteca S. Giorgio
Topic: Community as Collection
13 luglio 2015 Biblioteca Nazionale Centrale sul tema “Participatory library and LIS education”.
14 luglio 2015 American University of Rome
Workshops diAlessia Zanin-Yost e David Lankes
15 luglio 2015 Roma Istituto reale olandese
Topic: The Changing Role of Librarians in Learning
Hashtag #lankesitaly
#1 di sbhetzel il 9 ottobre 2015 - 3:51 AM
L’ha ribloggato su sylviahetzele ha commentato:
David Lankes is one of my profs and I plan to be one of his disciples!