Domenica 16 agosto i delegati italiani che partecipano al Convegno IFLA di Cape Town si sono ritrovati per il primo Caucus Italy previsto nel programma: Enrica Manenti, Anna Maria Tammaro, Leda Bultrini, Raissa Teodori, Paola Mandillo, . Agnese Galeffi e Massimo Gentile Tedeschi erano assenti perché impegnati in un’altra sessione. Il Caucus ha attratto anche degli osservatori: Maria Luisa Russo che lavora in Mali Peter Bae bibliotecario di Princeton che parla italiano e Dean, Lynn e Sarah studenti internazionali che studiano o vorrebbero venire a studiare in Italia. Il giorno dopo la delegazione italiana è stata ricevuta dal console Dott. Tagliaferri, che ci ha parlato dei 35 docenti e ricercatori italiani che sono impiegati nelle università del Sud Africa e dei rapporti con il Centro del Libro di Cape Town per la promozione della letteratura italiana.
Il 2015 dovrà rappresentare un anno di svolta per l’internazionalizzazione della biblioteconomia in Italia. Per la prima volta abbiamo un Caucus Italy in programma nel Calendario ufficiale del WLIC. La delegazione italiana acquista visibilità, dopo quasi sette anni di “mini” Caucus, chiamati “mini” perchè non si raggiungeva il numero minimo di 20 partecipanti. L’incontro “mini” durante il Convegno IFLA è diventato negli ultimi anni un’abitudine, facendo crescere la richiesta dal basso di un coordinamento nazionale. Nel 2015, anche sulla base di questa spinta, è stato ufficialmente iniziato da AIB il Gruppo di studio sull’internazionalizzazione e l’internazionalizzazione è stata inserita tra le Linee programmatiche 2014-2017.
Da quale situazione partiamo? Le Commissioni IFLA sono 43 e i delegati italiani sono 20: copriamo quindi circa la metà delle Commissioni. I delegati italiani nei Comitati IFLA sono eletti non solo da AIB ma anche da Istituzioni nazionali come Biblioteche, Università, Enti locali e Istituzioni internazionali residenti in Italia. La delegazione italiana negli anni non è cresciuta di quantità ma di qualità: gli italiani Officer sono sei e da quest’anno avremo di nuovo un’italiana nel Governing Board: Raissa Teodori.
Gli italiani tuttavia registrati al Convegno IFLA di Cape Town sono solo 10 (incluse le organizzazioni internazionali residenti in Italia). Perché così pochi? Una riflessione è necessaria: cerchiamo di comprendere i punti di forza e quelli di debolezza per favorire il desiderato rilancio dell’internazionalizzazione. I punti di forza sono evidenziabili in una comunità di delegati che si è saputa far apprezzare a livello internazionale, i punti di debolezza sono un insieme di problemi.
Ne abbiamo parlato tante volte nei “mini” Caucus (Sintesi 2012, 2013, 2014): alcune problematiche sono organizzative come mancanza di coordinamento, di supporto organizzativo, di supporto finanziario; altre possono essere più personali, come insufficiente padronanza delle lingue, incapacità di comunicare i risultati realizzati nelle Commissioni alla comunità professionale italiana. Se il 2015 deve essere l’anno della svolta per i bibliotecari internazionali in Italia, allora occorre affrontare queste problematiche ed avanzare delle proposte operative. La discussione nel Caucus si è concentrata su questo.
Mi sono chiesta: Cosa fanno le altre Associazioni Nazionali? Per aiutare la riflessione all’interno di AIB e dei delegati italiani, ho realizzato una veloce indagine tra i colleghi del mio Standing Committee Library Theory and Research, raccogliendo le risposte che seguono.
Il problema che ha più peso è quello finanziario. Nella situazione italiana di iniziativa lasciata all’individuo, c’è solo la Serbia, tutte le altre Associazioni nazionali a cui ho chiesto informazioni, rimborsano o danno una quota fissa ai delegati (USA e Russia) oppure ai soli Officer (UK, Germania). In aggiunta, per stimolare i bibliotecari a partecipare al WLIC in UK CILIP mette in gara ogni anno una borsa per i giovani. Un commento che mi sento di dire a questo proposito è che, se si attribuisce valore all’internazionalizzazione, allora bisogna anche trovare il modo di quantificare questo valore nei budget delle Associazioni. In altre parole, sono le priorità che vanno chiarite, ridistribuire i budget in modo diverso è una conseguenza del chiarimento.
Un altro problema, a mio parere di uguale importanza a quello finanziario, è la procedura di selezione dei delegati, per essere sicuri che tutti quelli che vengono eletti abbiano la motivazione e la capacità di partecipare alle Commissioni in modo professionale ed attivo. Il criterio più diffuso è quello della candidatura proposta dallo stesso interessato: questa viene valutata da un Comitato dell’Associazione nazionale. In combinazione alle espressioni di interesse, le Associazioni individuano delle aree tematiche strategiche e cercano degli esperti per coprire le Commissioni che altrimenti non avrebbero delegati del paese.
I Comitati rappresentano un lavoro continuo e non limitato al WLIC: come conseguenza di questo c’è bisogno di un supporto organizzativo permanente. Le Associazioni affidano la gestione dell’internazionalizzazione a sottogruppi e Commissioni. Ad esempio, è per noi interessante il caso della Germania che ha una commissione di coordinamento che comprende non solo l’Associazione Nazionale ma anche altre Associazioni, Biblioteche e Istituzioni che hanno accettato di coordinarsi. Queste Commissioni e Gruppi fanno varie attività di supporto, legate ad esempio al mantenimento del sito Web, alla formazione continua ed all’organizzazione di Convegni per diffondere standard e attività di IFLA alla comunità professionale.
Se il 2015 deve essere l’anno della svolta, allora bisogna che il Gruppo di Studio Internazionalizzazione si organizzi meglio. Le attività svolte da AIB nel 2014 e 2015 per sostenere la Dichiarazione di Lione e IFLA Trends Report hanno a mio parere evidenziato che non possiamo continuare come abbiamo fatto finora, cioè basarsi essenzialmente sull’iniziativa di volontari che possono contribuire ad iniziative necessariamente episodiche. Abbiamo dei delegati molto professionali ma per avere risultati che durino oltre l’evento e vadano a beneficio della comunità nazionale occorre un’organizzazione strutturata che ora non c’è. Perché non proviamo a farla?
Leda Bultrini ha evidenziato gli ostacoli e le barriere che ancora permangono per i delegati italiani: la mancanza di ricambio generazionale (insieme alla mancanza di tempo degli attuali delegati) e soprattutto la difficoltà delle biblioteche in Italia di ottenere considerazione da politici ed amministratori. Portare in Italia i messaggi “alti” di IFLA come quello della Lyon Declaration contrasta fortemente con queste difficoltà.
Peter Bae ha pubblicato su Facebook il suo commento su questa discussione, che condivido: Just had an interesting discussion with colleagues from Italy. The situations in each country are somewhat different but the basic question is same. How to promote the value of the library in a society where many believe, “Why we need the library when everything is online and available free? “
How to educate our users about the role that libraries can play? And especially how to illuminate those policy makers who have no “real” library experience, I mean the experience as a library user.
This looks almost a work of the revolutionaries who go against the societal norm. But it is something we have to do not for our job security but for the entire society, even though the society still does not understand the importance of the issue.
(Continua)
#1 di Federica Riva il 18 agosto 2015 - 2:36 PM
Annamaria, grazie come sempre non solo per le precise sollecitazioni ma anche per le proposte. Come sezione italiana di un’associazione internazionale, la IAML-Italia, associazione italiana delle biblioteche, archivi e centri di documentazione musicali, siamo pienamente coinvolti e seguiamo con grande attenzione il dibattito sull’internazionalizzazione della biblioteconomia che si svolge in Italia, condividendone difficoltà e prospettive.
A seguire un commento più riflettuto.
Federica Riva
Presidente IAML-Italia
#2 di Simonetta Pasqualis il 22 agosto 2015 - 10:46 AM
Grazie Annamaria del resoconto del primo Caucus ufficiale italiano! Sono altresì molto contenta che il collega Peter Bae che ho invitato ad unirsi al caucus italiano sia stato una parte attiva nella discussione che sicuramente affronteremo nei mesi futuri. Un caro saluto Simonetta