Archivio per marzo 2014

Gold road all’Open Access: due riflessioni veloci sul Seminario di Firenze

L’Open Access è legge anche in Italia (L.112/2013) e si è entrati in una fase nuova, in cui deve iniziare una collaborazione stretta tra tutti gli attori dell’editoria scientifica per costruire la Golden road all’Open Access. La CRUI ed in particolare il Sottogruppo Open Access, coordinato dal Prof. Roberto delle Donne ha iniziato una negoziazione con AIE insieme al CUN, per l’applicazione delle regole della Legge riguardo l’Open Access  in partnership con gli editori. Il Seminario di Firenze, organizzato da AIB CNUR e AIB Sezione Toscana, ha discusso problematiche ed opportunità che si aprono agli Atenei italiani ed in particolare alle biblioteche delle Università per le infrastrutture e servizi di cui hanno bisogno ricercatori e docenti, nel duplice ruolo di creatori e lettori di pubblicazione digitali Open Access. L’incontro si inquadra nelle iniziative promosse da AIB CNUR per la disseminazione ed applicazione del Rapporto “Rilanciare le biblioteche universitarie”. Maria Cassella ha introdotto i diversi modelli di piattaforme per l’Open Access adottati in Europa, evidenziando le caratteristiche delle piattaforme nazionali, internazionali, locali e quelle tematiche.

1. Open Edition: una piattaforma per l’Open Access

Valutazione Open Edition

Open Edition è una piattaforma che comprende libri, periodici e blog insieme ad un calendario di eventi (OpenEdition Books, Revues.org, Hypothèses, Calenda) comprendente le discipline umanistiche e sociali. La presentazione fatta durante il Seminario di Firenze è accessibile qui.

Una prima valutazione della piattaforma è stata realizzata dalle Biblioteche universitarie di cinque Atenei (La Cattolica di Milano, L’Istituto Universitario Europeo, l’Università di Firenze, L’Università di Napoli, l’Università di Torino). La piattaforma Open Edition come risultato di questa prima valutazione- che è stata realizzata usando una metodologia comune – presenta complessivamente buoni elementi di qualità (evidenziati in rosso e blu), con miglioramenti che sono stati indicati (colore giallo) soprattutto per la personalizzazione sia dell’istituzione che del singolo utente. le statistiche e l’evidenza della peer review fatta per le pubblicazioni. La valutazione verrà continuata fino a maggio 2014 ed un rapporto più preciso verrà preparato raccogliendo anche le opinioni dei docenti e lettori.

2. Come gli Atenei italiani si stanno adeguando all’Open Access?

Nel pomeriggio la Tavola rotonda, coordinata dal Prof. Roberto delle Donne, ha messo insieme oltre ad Open Edition, tre editori italiani (Casalini Torrossa, Lorenzo Armando, FUP Firenze University Press) insieme a Costantino Thanos dell’ISTI CNR. Il problema dell’aggregazione è stato discusso da parte degli editori e da parte dell’infrastruttura che ora è necessaria e perché l’aggregazione sia necessaria. Gli editori hanno diversi punti di vista: i piccoli editori vedono nelle piattaforme Open Access una strategia di sopravvivenza, gli editori consolidati si stanno attrezzando ad aprire una loro piattaforma per l’Open Access. Casalini ha annunciato che presto la loro piattaforma avrà anche un canale per l’Open Access.

Una riflessione da fare, oltre l’accesso, è tuttavia quella della cura dei dati e delle pubblicazioni digitali: nessuno o pochi come Magazzini digitali fa nulla sulla preservazione e cura delle pubblicazioni digitali Open Access.

Infine, un contributo interessante che è venuto dalla discussione è stato quello di Thanos che ha evidenziato che quello che è importante è capire perché le pubblicazioni scientifiche debbano essere in Open Access: la ragione sta nel facilitare la creazione di conoscenza, non nell’accesso gratuito!

Gli studiosi delle Università italiane preferiscono tuttavia mettere i loro lavori in Academia EDU: potremmo chiederci perché? Gli Atenei ed anche le biblioteche universitarie sono in ritardo sulla comprensione del problema di dare visibilità e pubblicare i risultati della ricerca. Nella discussione si è parlato di quello che manca: una politica della preservazione e tra i vari modelli  Clockss sembra il migliore, dei centri di dati che curino gli Open Data,  nuovi modelli di pubblicazione scientifica e, per quel che riguarda le biblioteche ed i bibliotecari, nuove competenze ed aggiornamento delle competenze professionali.

Ancora si frappongono molti ostacoli culturali, anche dove è stato ratificato un regolamento evoluto come a Torino, ci sono stati contrasti da parte dei docenti. E’ stato evidente il ruolo di promozione e formazione che devono avere i bibliotecari. In conclusione, si è discusso non solo di accesso ma di tutto il ciclo della creazione della pubblicazione digitale, evidenziando come vadano organizzate funzionalità come la preservazione e la gestione dei Linked Data. La cura dei dati sarà sempre più compito di Centri specializzati. Il nuovo contesto infine spinge a programmi di formazione e di aggiornamento che siano in grado di dare le giuste competenze al personale. Le Conclusioni di AIB  CNUR e Sezione Toscana sintetizzano la discussione, presentando tutto quello che dovrà essere fatto a partire dai concetti e elementi del ciclo editoriale da rivedere e ripensare anche in modo innovativo.

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Open Science nelle biblioteche pubbliche ed universitarie

Le politiche della Commissione Europea per l’Open Access hanno dichiarato apertamente di favorire l’accesso aperto ai dati ed ai risultati della ricerca finanziata con denaro pubblico, a partire dal 2007. Un elenco aggiornato delle decisioni e dei risultati di vari progetti è accessibile qui: http://ec.europa.eu/research/science-society/index.cfm?fuseaction=public.topic&id=1301&lang=1. L’accesso ai dati della ricerca è stato dichiarato recentemente un requisito essenziale per l’innovazione e la creatività in Europa: http://europa.eu/rapid/press-release_IP-12-790_en.htm. La strategia europea definisce quindi  il ruolo strategico dell’Open Science, inteso come accesso aperto ai dati ed ai risultati della ricerca. La Commissione Europea ha inoltre finanziato vari progetti per analizzare i requisiti necessari per l’infrastruttura necessaria alla realizzazione dell’Open Access: http://ec.europa.eu/research/science-society/index.cfm?fuseaction=public.topic&id=1302&lang=1.

Se allora l’Open Science è strategico, cosa si fa per l’Open Access, a circa dieci anni dalla nascita del movimento?

Dall’indagine fatta da Science Metrix nel 2012 per la Commissione Europea sulla disponibilità delle pubblicazioni, dei dati e sulle politiche delle istituzioni di ricerca, risulta che circa il 40% dei risultati della ricerca sono disponibili in linea con accesso aperto: un risultato davvero incoraggiante: http://europa.eu/rapid/press-release_IP-13-786_en.htm. Lo studio ha verificato che le politiche per la ricerca stimolano sia l’Open Access “gold”(periodici in modalità Open Access) che l’Open Access “green” (auto-pubblicazioni nei depositi istituzionali).  Per l’accesso aperto ai dati della ricerca, che è previsto in Horizon 2020, invece il ritardo è maggiore.

Gli studiosi dovranno rendere disponibili i loro lavori ed i dati di ricerca in un deposito istituzionale  aperto dopo un periodo di embargo limitato a 6 mesi e fino ad un massimo di 12 mesi per le discipline umanistiche. Quale può essere il ruolo delle biblioteche?

Nelle biblioteche universitarie, AIB CNUR e la Sezione Toscana hanno discusso il ruolo delle biblioteche nell’Unconference del settembre scorso in cui la discussione era partita dall’analisi del Documento CNUR Rilanciare le biblioteche universitarie. Le nuove funzioni dei bibliotecari universitari per l’Open Science sono state individuate nel supporto dato al ciclo editoriale, dalla creazione delle pubblicazioni fino alla loro valutazione, incluso il nuovo ruolo per la cura dei dati di ricerca.

Non è comune associare Open Science alle biblioteche pubbliche ma su questa possibile sinergia un gruppo di studenti dll’ENSSIB ha presentato un Workshop “Open Science in Public Libraries: Let (Digital) Humanities Come In!”  a Bobcatsss 2014! Cosa offrono le biblioteche pubbliche a sopporto dell’Open Science? accesso libero, supporto alla formazione continua, stimolo alla cittadinanza attiva. La diffusione dell’innovazione scientifica ai cittadini che hanno accesso a contenuti scientifici serve a  facilitare la disseminazione dell’informazione ed anche l’avvicinamento agli studiosi della popolazione.

In conclusione di questo post su Open Science, posso dire che occorre inquadrare l’Open Access nella cornice più ampia dell’Open Science. Inoltre non bisogna limitarsi a considerare l’Open Access come un modello di accesso o un modello economico: è il nuovo modo di creare conoscenza e di apprendere e la finalità dell’Open Access è quella di facilitare e velocizzare il processo di apprendimento.

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Piattaforme per l’Open Access: un incontro a Firenze il prossimo 25 marzo

In occasione della presentazione della piattaforma Open Edition, è stata organizzato a Firenze da AIB CNUR ed AIB Sezione Toscana un incontro ed una Tavola Rotonda per parlare di una strategia per l’Open Access nelle biblioteche, in particolare quelle universitarie (ma anche tutte quelle che adottano la filosofia dell’Open Access). L’evento AIB è promosso qui: http://www.aib.it/struttura/sezioni/2014/40901-piattaforme-per-lopen-access/
Sarebbe importante una partecipazione ampia soprattutto da parte dei bibliotecari universitari perché ci sono molte novità sull’Open Access in Italia.
Ad esempio chi sa che l’OA è legge? La L. 112/2013 pur se con critiche e regole che potevano essere migliori, è un primo importante successo. Chi sa che il MIUR ha organizzato un National Point of Reference (Raccomandazione della CE (17.7.2012)? chi sa della possibilità di post-review che è possibile con le piattaforme che aggregano e facilitano la visibilità delle pubblicazioni?
I bibliotecari italiani, e l’AIB prima di tutto, dovrebbero prendere posizione con più trasparenza e chiarezza a favore dell’Open Access. Questo è una grande opportunità per i bibliotecari. Grazie all’Open Access ed all’organizzazione che tutte le Università dovranno darsi da ora in poi, i bibliotecari potranno essere parte attiva del ciclo delle pubblicazioni scientifiche, dalla loro creazione alla loro valutazione. Perché continuare nel ruolo che tradizionalmente ci siamo ritagliati in questo ciclo? cioè quello di selezionare e garantire l’accesso alle pubblicazioni prodotte da autori esterni alla nostra istituzione? i nostri utenti sono creatori di pubblicazioni scientifiche, ma spesso in biblioteca queste non ci sono e neppure si trovano nei nostri cataloghi e bibliografie. A me questo sembra sbagliato. Nell biblioteche universitarie vorrei trovare tutte le pubblicazioni pubblicare dai docenti ed anche vorrei trovare delle bibliografie dettagliate di quello che i docenti dell’istituzione hanno prodotto. Non credete?
Open Access non è contro gli editori commerciali! se questo è stato un ostacolo in passato per una presa di posizione chiara da parte dei bibliotecari per timidezza e rispetto verso gli editori, ebbene questo ostacolo non c’è più. Sono proprio gli editori ed alcuni privati che stanno cominciando ad offrire piattaforme alle biblioteche per l’Open Access. Forse conviene cominciare a capire che dopo dieci anni le cose sono cambiate. Proprio a Parma, nel maggio 2009 l’Associazione Internazionale degli Editori (IPA) insieme ad IFLA hanno fatto un incontro in cui il tema dei possibili svantaggi e vantaggi dell’Open Access è stato dibattuto per venire alla conclusione, poi siglata a The Hague, che l’Open Access è un modello vantaggioso per tutti. A seguito di questo incontro IFLA ed IPA hanno siglato il testo che trovate qui: http://www.ifla.org/news/joint-iflaipa-statement-enhancing-the-debate-on-open-access.
 I bibliotecari devono anche capire che, per come funzionano i motori di ricerca in Internet e l’architettura dell’informazione nel Web, la ricerca ha bisogno di servizi di aggregatori e di piattaforme aperte, non è sufficiente il servizio dei depositi istituzionali. I Sistemi bibliotecari universitari che hanno realizzato i depositi, hanno fatto molto bene e devono continuare a mantenerli assicurando contenuti di qualità e metadati di qualità, insieme alla preservazione. Tuttavia per l’accesso più ampio dovranno servirsi di piattaforme di aggregatori, o costruire una piattaforma cooperativa come è stato fatto in alcune nazioni europee. I diversi modelli che ad esempio sono stati sviluppati in Europa sono descritti in un recente articolo di Tommaso Giordano, che trovate qui: http://eprints.rclis.org/21031/1/TGiordano2014FINALE.pdf
Un tema importante è quello organizzativo e giuridico: sono necessarie delle “policy” che accompagnino le infrastrutture per regolamentare l’accesso e l’uso più ampio delle pubblicazioni digitali: la tecnologia è strettamente legata ai temi giuridici e regolamentari. Questo è un compito in ui i bibliotecari dovrebbero collaborare strettamente con i docenti e gli amministratori delle Università, molto più di quello che è stato fatto fin ora. Quali iniziative ci sono state dopo la Dichiarazione di Messina? sono passati quasi dieci anni da quella Dichiarazione, forse sarebbe bene riflettere su cosa si è ottenuto e cosa resta da ottenere. Un altro Convegno, organizzato a Pisa, su Open Science 2020: http://eventi.isti.cnr.it/index.php/it/info.
Anche questo Convegno si pone l’obiettivo di concentrarsi sulle Policy e sul loro impatto sull’infrastruttura necessaria per l’Open Access ed il programma evidenzia bene il problema di realizzare la Scienza Aperta nelle sue 4 Dimensioni: politica, giuridica, tecnologica ed economica.
L’incontro AIB di Firenze sarà in Sala Comparetti in Piazza Brunelleschi, presso la Biblioteca Umanistica di Lettere ed avrà il seguente programma:

Programma

h. 10:00 Benvenuto
h. 10:30-11:30 Sessione 1: Open Edition: presentazione
h. 11:30-12:30 Sessione 2: Risultati del test effettuato sulla piattaforma da: Università Cattolica, Università degli Studi di Firenze, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Università degli Studi di Torino, Istituto Universitario Europeo.

Pausa pranzo e possibilità di comunicare coi responsabili di Open Edition

h. 14:00-16:00 Tavola rotonda: Roberto delle Donne (Coordinatore), Mauro Guerrini (Università di Firenze), Giovanni Mari (FUP), Michele Casalini (Torrossa), Costantino Thanos (ISTI CNR), J.C. Peyssard (Open Edition), Lorenzo Armando (Accademia University Press), Elena Giglia (Università di Torino)
h. 16:00-17:00 Discussione e Conclusioni a cura di AIB Toscana e AIB CNUR.

Una sintesi dell’incontro di Firenze e di Pisa sarà disponibile in questo Blog.

E’ bene che AIB diventi più attiva per le politiche Open Access, molto di più di come è stata in passato. E’ una grande opportunità da cogliere per migliorare il ruolo ed il servizio che i bibliotecari offrono alle loro istituzioni di appartenenza.

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Messico: discussione e sintesi del Trend Report di IFLA

Il Messico ha pubblicato una sintesi della discussione degli esperti che hanno realizzato il Trends Report di IFLA.

La sintesi comprende gli interventi ed i seguenti temi:

The future of copyright, new business models and the public interest
The disruptive democratisation of education
Online activism, governance, privacy and security
Economic and demographic trends
Technological trends

Una versione della pubblicazione è accessibile qui: http://trends.ifla.org/mexico-synthesis

Gruppo di esperti in Mexico 2013

Gruppo di esperti in Mexico 2013

 

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Ruolo delle Associazioni bibliotecarie

Per migliorare l’immagine dei bibliotecari, occorre partire dal rafforzamento delle Associazioni bibliotecarie! questo è il risultato di una discussione avviata da IFLA con l’UNESCO sin dall’inizio degli anni  ’70 e che ha portato prima alla costituzione della Round Table on Library Association Management e poi alla Sezione Library Association Management.

Per rafforzare le Associazioni Bibliotecarie, l’UNESCO alla fine degli anni ’80 ha pubblicato le linee Guida per le Associazioni Bibliotecarie che sono accessibili qui:

http://www.unesco.org/webworld/ramp/html/r8911e/r8911e00.htm#Contents

Continuando a concentrare i suoi sforzi per rinforzare le Associazioni bibliotecarie, IFLA ha sviluppato il Programma Building Strong Library Association, basato sull’addestramento in e-learnng delle Associazioni interessate a migliorare se stesse e l’immagine dei bibliotecari, che potete accedere qui: http://www.ifla.org/about-bsla.

Sono sei le nazioni in cui il Programma BSLA di IFLA è stato utilizzato e sono stati diffusi i risultati e l’impatto che il programma ha avuto nelle Associazioni bibliotecarie, i suoi membri e la società che usufruisce dei servizi bibliotecari. L’impatto è stato evidente e misurabile!

Il materiale nella piattaforma e-learning prodotto da IFLA è liberamente utilizzabile ed anche traducibile.

Perché non usarlo? i moduli sono 8 e coprono i seguenti temi:

Library Associations in Society: An overview
Module 1: The aim of this module is to provide the context for the role that library associations can play in society and what makes a successful library association.

Building Your Library Association
Module 2: The aim of this module is to describe the basic components of a typical library association and discuss what needs to be put in place in order to establish and operate a successful association.

Sustaining your Library Association
Module 3: This module is aimed at developing strategies for the long-term operation and sustainability of your library association.

Developing Strategic Relationships: Partnerships and Fundraising
Module 4: The aim of this module is to explore the need for library associations to build relationships with the wider community for both fundraising and developing and maintaining strategic partnerships.

Libraries on the Agenda
Module 5: This module focuses on the role of the library association and libraries in the broader society with particular reference to functions in advocating, educating and campaigning for the increased importance of libraries in the information society.

Library Statistics for Advocacy
Module 6: This module was designed by a working group of IFLA’s Statistics and Evaluation Section. Whenever we communicate with politicians, funding bodies or library stakeholders: if we want to put our libraries on the agenda, we need numbers, statistics and evidence to prove our point and underline our arguments.

Train the Trainer
Module 8: The principal aims of this module are: To introduce participants to the IFLA Building Strong Library Associations Program

Questi strumenti sono importanti per rafforzare AIB e sostenere l’azione che ha iniziato ad intraprendere di riconoscimento della professione e di promozione del ruolo sociale delle biblioteche.

Ad esempio AIB potrebbe avvantaggiarsi dei materiali di BSLA per fare un corso sull’Advocacy.

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Grandi opportunità per i bibliotecari italiani: la mia visione

Ho deciso di candidarmi per le elezioni AIB CEN per cercare di realizzare la mia visione dei professionisti che trovate qui https://t.co/MW3eEmnJ9n

Credo davvero che questo sia un periodo di grandi opportunità per la professione,  forse sono troppo ottimista?

Non è un’opportunità per noi l’Open Access? abbiamo per la prima volta la possibilità concreta di prendere posizione con chiarezza a favore dell’accesso aperto, che realizza la nostra missione prioritaria di accesso all’informazione, nello stesso tempo ci consente di essere coinvolti coi nostri utenti in attività di self-publishing, supporto alla comunicazione scientifica, didattica MOOC e OER. Non è una vera opportunità avere un tale risultato a portata di mano senza troppo sforzo?

Ogni commento è benvenuto!

Roars

Roars

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Finalmente ci incontriamo di persona!

Davvero un’ottima iniziativa dei giovani bibliotecari e molto ben organizzata!

Giovani Bibliotecari e Aspiranti

Per chi parteciperà al Convegno delle Stelline, ci vediamo venerdì 14 marzo 2014 alle ore 13.15 all’ingresso principale del palazzo dove hanno sede gli incontri (se in dubbio chiedere alla reception).

Durante il breve incontro verranno presentati i progetti in corso di realizzazione e ci sarà occasione per proporne di nuovi, nonché di conoscerci meglio 🙂 

Per avere un’idea di quanti saremo e per poter chiedere una sala dove parlare tranquillamente, è importante confermare la vostra partecipazione entro mercoledì 5 marzo. Poteteci scriverci a giovanibibliotecariaspiranti[at]gmail.com o contattarci su Facebook, LinkedIn e Twittter.

Vi aspettiamo!

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