Cosa è Altmetrics? la misura di citazioni ed altri usi di pubblicazioni nei social media. Ci sono diverse categorie di Altmetrics: siti generali come Twitter, Facebook, Blog; siti accademici, come i Blog accademici, Mendeley, Citeulike e Connotea; ci sono anche nuovi siti come Reddit, Digg ecc.
La ricerca su Webometric e Altmetric ha studiato il valore di queste misurazioni, che se raccolte correttamente danno un’evidenza utile per molti diversi aspetti della qualità della ricerca. Utile anche sperimentare individualmente il software Webometric Analyst che è disponibile in modo aperto per calcolare Webometric con Twitter e Mendeley lexiurl.wlv.ac.uk Alcuni studi hanno evidenziato che c’è una correlazione tra Altmetrics e le metriche basate sulle citazioni (ad esempio Thelwall et al Do Altmetrics Work? Twitter and Ten Other Social Web Services Plos One 8(5) 2013
Quale autorevolezza ha Altmetrics? poca, per il rischio di Spam e di vanità di auto-promozione degli autori. Inoltre non si può comparare Altmetrics in diverse discipline o per pubblicazioni in diversi anni. Non si conosce l’equilibrio tra impatto sociale, impatto educativo e impatto accademico ed anche in certi casi l’impatto per semplice svago. In conclusione è un misurazione utile come un indicatore di impatto insieme ad altri, ma non come unica misura di impatto.
Tre relatori a LIDA 2014 hanno parlato di Altmetrics, evidenziando la complementarità delle diverse misure ed anche evidenziando i rischi e svantaggi: Blaise Cronin, Cassidy Sugimoto e Paul Wouters.
La presentazione di Blaise Cronin ha illustrato i temi del libro appena pubblicato a cura di Blaise Cronin e Cassidy R. Sugimoto da MIT Press (anteprima in Google Book):
Beyond bibliometrics, MIT Press 2014
Cronin ha iniziato affermando che “Alternative metrics is for the digital era” ed è nato da un Twitter di uno studente Priem Jason che ora ha avviato insieme ad altri Impactstory una piattaforma che misura l’impatto della ricerca. Prima, fino al 1955 c’era ISIS Citation Index, oggi WOS, Scopus, Google Scholar, domani ci sarà social media e analytics. Grazie a Altmetrics ora possiamo sapere quante volte l’articolo (non la rivista) è stato visto, scaricato, incluso nei libri di testo, citato nei social media, ecc. abbiamo disponibile una misura maggiore di misurazioni, oltre la bibliometria. Le citazioni perdono importanti tracce, invece i social media sono sempre aggiornati e evidenziano ogni attività.
La prima evidenza dell’analisi di Altmetrics è che c’è una diversa attenzione tra le diverse attività accademiche, sociali e di discussione dei risultati, e la maggioranza delle misure è generata dalla Social activity. Questa non va fraintesa con l’impatto, sono solo numeri. Citando Eisenstein, Cronin afferma: “Not everything that can be counted counts and not everything that counts can be counted” Una citazione è uguale a un tweet?
In questo periodo sempre di più pensiamo alla valutazione dell’Università come valutazione quantitativa, usando l’Impact Factor, ed altre metriche diverse dalla considerazione dell’utilità reale della ricerca e questo è giustificato da esigenze pragmatiche “It is easier to measure activities than it is to measure quality”. Dovremmo chiederci invece: come le metriche sono usate nella pratica professionale? quali sono le differenze tra le discipline? come i docenti e ricercatori devono raccogliere i dati per essere valutati? da considerare secondo Cronin che rating e ranking non sono misure individuali ma del Dipartimento, Università, ecc.
Possiamo comparare Beethoven e Bieber? se usiamo gli stessi dati, sarà difficile. Bieber ha circa 3 milioni di followers su Twitter e 70 milioni su Facebook. Beethoven su Facebook ha 4 milioni di seguaci soltanto. Non bisogna confondere quindi la popolarità con la qualità. L’evidenza di questa differenza può essere trovata nel comparare ad esempio lo spartito di Beethoven con quello di Bieber.
Un problema da non sottovalutare riguarda inoltre la privacy: Altmetrics è come uno Scholarly panopticon? “an Orwellian surveillance net, cybernating the academy”? Tutto quello che facciamo è osservato? come possiamo salvare la libertà della ricerca?
La seconda relatrice, Cassidy Sugimoto ha portato avanti le critiche a Altmetrics e si è concentrata sul ruolo che le biblioteche potrebbero assumere nella valutazione della ricerca. La visione di Priem di riuscire a coprire quello che è invisibile ora nella valutazione, osservando le attività nei tool in linea, e affermando che le citazioni perdono importanti informazioni, poiché le citazioni sono prodotti di un sistema superato di comunicazione scientifica, è fallita! Altmetrics continua infatti ad essere usata per le pubblicazioni.
Quando parliamo di impatto, questo non è basato sui risultati ma è basato su “outcome” che significa”benefit to people”, le statistiche delle biblioteche sono spesso legate ai risultati ma sbagliano perché questo non determina il loro valore, impatto significa migliorare la vita degli utenti e aiutare ad avanzare la conoscenza! Con strumenti come Mendeley Institutional Edition e Microsoft Academic Search nelle biblioteche possiamo cambiare il ruolo e la percezione delle biblioteche, da parte dei ricercatori, essere inseriti nei processi di ricerca e facilitarli. Questo potrà facilitare la creazione di conoscenza ed anche aumentare il valore sociale delle biblioteche.
Paul Wouters dell’Universiteit Leiden Center for Science and Technology Studies è stato il terzo relatore ad analizzare Altmetrics. Ha iniziato domandando: quali potranno essere le implicazioni future della valutazione per la carriera degli studiosi? e per il supporto che le biblioteche possono dare? E’ possibile combinare valutazione e giudizio sui risultati per stimolare creatività? o invece per conservare?
Questa è l’era della valutazione, come opportunamente descritto nel libro (anteprima su Google Books)
The Evaluation Society di Peter Dahler-Larsen Stanford University Press, 2011
Siamo soggetti ad una proliferazione di misure, protocolli per la valutazione, indicatori di performance , indicatori di impatto, la ricerca ora si concentra sul finanziamento basato su indicatori di impatto, sono usate soprattutto misure bibliometriche come Hirsch Index e JIF, ma sono sottostimati il ruolo democratico della valutazione che non è un processo meccanico. Inoltre occorre valutare gli effetti dell’interpretazione: ci sono cornici interpretative, contenuti e priorità politiche anche nascoste, identità socili e relazioni che sono distribuite nel tempo ed a più livelli. C’è un nuovo ruolo per le biblioteche che possono offrire un numero di servizi bibliometrici alle università, attraverso database, misure di self assessment con risorse gratis, come publish or perish, altmetrics, soddisfacendo la crescente richiesta di statistiche dagli utenti, e così aiutare gli studiosi nel capire il loro impatto sociale, e dare avviso per la loro carriera su dove pubblicare.
In conclusione, Altmetrics va considerato un “Complementary metrics” e non una misurazione alternativa: le misure di “aknowledgement, data citation, micro attributions,social media mentions, recommendations, mentions in scientific texts, press coverage, downloads” contribuiscono con altre misure a facilitare la peer review che rimane il metodo più importante di valutazione della qualità.