La Sezione AIB Marche ha organizzato il 23 giugno scorso la presentazione del libro di Lankes e l’autore ha partecipato in collegamento Skype.
L’incontro ha previsto un’introduzione su cosa sia la biblioteconomia moderna, a cura mio, una presentazione del concetto di biblioteca partecipativa e del suo rapporto con il concetto di “biblioteca sociale” che viene preferito in Italia ed infine l’intervista a Lankes.
Nell’intervista David Lankes ha risposto alle domande dei bibliotecari delle Marche. I temi in discussione, anzi in conversazione, sono stati scelti dai bibliotecari, che di fronte al nuovo paradigma di Lankes hanno dubbi ed anche timori a metterlo in pratica. Domande e sintesi delle risposte di seguito:
1. Qual è il valore dei bibliotecari e come può essere misurato? se il valore è facilitare l’apprendimento delle nostre comunità, come possiamo misurare il raggiungimento dei risultati che hanno avuto i membri e l’impatto che su questo hanno avuto i bibliotecari?
Quando diciamo che la missione dei bibliotecari è facilitare la creazione di conoscenza, restiamo generici. Ogni misura che usiamo oggi nelle biblioteche, prestiti, reference, collezione, etc. è correlata ad un obiettivo; se ora ci concentriamo su come le persone apprendono o creano conoscenza, ogni indicatore diventa più specifico e può essere misurato. Bisogna personalizzare le misure per ogni particolare comunità e non avere misure generiche per tutte le biblioteche. Occorre un completo rivolgimento di come valutiamo, con al centro gli outcomes e quando li abbiamo definiti possiamo anche misurare il valore dei bibliotecari.
2. Nel contesto italiano, l’autonomia dei bibliotecari è molto limitata da un’organizzazione gerarchica: come possiamo sentirci responsabili di migliorare la nostra società?
L’Atlante parla espressamente delle responsabilità ed il ruolo dei bibliotecari. La gerarchia non è cattiva se realizza il cambiamento, così se chi sta al top della gerarchia vuole realizzare il cambiamento, può cambiare velocemente l’organizzazione. Molto spesso tuttavia i bibliotecari si sentono inutili, temono gli ostacoli istituzionali, il carico di lavoro, tutti motivi per non fare nulla. Le biblioteche sono per le persone, fate alleanze coi membri, i legislatori, la comunità e chiedete di cosa abbiano bisogno. I bibliotecari devono diventare attivisti, agenti attivi nella loro biblioteca e nella loro comunità, diventare bibliotecari “disubbidienti”. Come si fa a sapere se si sta facendo il possibile? come farlo meglio? bisogna chiedere alla comunità, ascoltare i membri, coinvolgere i “patron”, chiedere alla gente che servizio vorrebbero avere.
3. In Italia, i bibliotecari hanno livelli di istruzione diversi e diverso contesto nel Nord e il Sud d’Italia: come possiamo condividere un modello di biblioteca comune?
Occorre ridefinire il concetto di biblioteconomia.Ci sono tante differenze tra le biblioteche in Africa, US e Scandinavia ad esempio. Se si valutano le biblioteche secondo le loro funzionalità, tutte le biblioteche sembrano uguali ed alcune sono più efficienti di altre e possiamo misurarle. Ad esempio tuttavia, una biblioteca giuridica deve essere diversa da altre biblioteche ed il baricentro è su come le persone usano i servizi della biblioteca. Il messaggio che voglio dare alle biblioteche è di non voler essere tutte uguali, ma di essere uguali alle loro comunità. Le biblioteche dovranno quindi essere tutte differenti, invece che uguali. Anche l’idea di avere diversi livelli di bibliotecari e qualificazioni, non è particolarmente utile in questo periodo, tuttavia la formazione deve guidare ad imparare dai membri e non ad istruire i membri sui bibliotecari e le biblioteche.
4. Come bibliotecari universitari, come possiamo facilitare la creazione di conoscenza? può essere il nostro ruolo in collisione con il ruolo istituzionale dell’Università, che ha la stessa missione di creazione di conoscenza?
Se chiedete al capo di McDonald cosa fa, risponderà che fa hamburger; se chiedete al commesso di McDonald risponderà che fa hamburger; se chiedete al direttore risponderà lo stesso. Tutti quelli che lavorano a McDonald sono nella produzione di hamburger. Lo stesso nelle università, non solo i docenti, ma anche i bibliotecari e lo staff, con diversi ruoli sono tutti nel settore della conoscenza. Il supporto che i bibliotecari danno agli studenti ad esempio è un modo di facilitare la conoscenza.
5. Per realizzare la biblioteca partecipativa, cosa deve essere cambiato nella formazione LIS? quale argomento deve essere aggiunto al curriculum? cosa sostituito?
L’insegnamento della biblioteconomia nelle università è concentrato sulla gestione delle biblioteche, delle collezioni e delle risorse. Deve invece concentrarsi sulle comunità di membri ed il supporto che possiamo dare per l’inclusione sociale, la democrazia, la comunicazione scientifica. La competenza principale è come sappiamo comunicare con la società, come sappiamo analizzare le statistiche, capire i bisogni dei membri, valutare i risultati di lungo periodo. In breve ricordate che la biblioteconomia non è per le biblioteche ma per le persone che apprendono.
#1 di Bernd Lorenz il 30 giugno 2014 - 5:06 PM
no. 1: “Bisogno personalizzare le misure per ogni particolare comunita e non avere misure generiche per tutte le biblioteche”. Allora l’imposto e dubbio, e per due componenti…
no. 5: Scusi, la biblioteconomia e anche per le biblioteche lo penso