Archivio per la categoria Partneship
Libraries transform: buone pratiche a Parma (Ohio) Cuyahoga County Public Library (CCPL)
Pubblicato da A.M. Tammaro in Biblioteca digitale, Biblioteca partecipativa, Biblioteche pubbliche, Partneship il 28 agosto 2016
“Libraries trasform“: la Presidente ALA Sari Feldman durante l’ultimo Convegno alle Stelline aveva illustrato il programma con questo titolo lanciato da ALA ed aveva portato come esempio i servizi del sistema bibliotecario Cuyahoga County Public Library (CCPL) in Ohio, che lei dirige e che comprende tre branches nella cittadina di Parma (Ohio). Ho avuto l’opportunità di visitare questo sistema bibliotecario – a Parma in Ohio poco prima del Convegno IFLA – ed ho capito che “Libraries transform” non è uno slogan di marketing, come avevo frainteso, ma davvero le biblioteche di questo sistema bibliotecario sono al centro delle loro comunità che a riprova del valore percepito sono felici di finanziarle. I servizi che le biblioteche forniscono cercano di adeguarsi ai bisogni della comunità e comprendono servizi tradizionali di accesso ai documenti, insieme a servizi davvero innovativi.
La formazione del bibliotecario digitale discussa durante il Seminario “DILL dieci anni dopo” alle Stelline
Pubblicato da A.M. Tammaro in Biblioteca digitale, Biblioteca partecipativa, Partneship il 31 marzo 2016
Il dibattito sulle competenze del bibliotecario digitale stimola molte domande: una formazione specialistica oppure una formazione tradizionale con l’aggiunta di alcuni corsi? quale rapporto tra teoria e pratica? quale curriculum per la formazione del bibliotecario digitale? quali sono le competenze essenziali?
Il Seminario “Le competenze del bibliotecario digitale: DILL dieci anni dopo” ha illustrato il curriculum del Master internazionale Digital Library Learning – DILL insieme ai risultati di un’indagine fatta sulla comunità DILL.
Salone del libro di Torino: si parla del futuro delle biblioteche digitali
Pubblicato da A.M. Tammaro in Biblioteca digitale, Partneship, Preservazione digitale il 11 Maggio 2014
Le biblioteche digitali sono uscite dalla loro preistoria (descritta dai visionari come Bush e Nelson) ed hanno superato con successo la fase dei prototipi realizzati da biblioteche speciali e si sono diffuse a tutte le tipologie di biblioteca, continuando a crescere. Tuttavia permangono concezioni diverse del servizio: sono evoluzione delle tradizionali biblioteche oppure danno un servizio che “rivoluziona” il concetto di biblioteca? Nell’ecosistema digitale, c’è da chiedersi qual è il futuro delle biblioteche digitali? Ne hanno discusso durante una tavola rotonda organizzata dal Salone del libro di Torino Anna Maria Tammaro con Maria Letizia Sebastiani (Direttrice Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), Tommaso Giordano (Direttore Biblioteca Istituto Universitario Europeo), Gianfranco Crupi (Sapienza Digital Library), Iolanda Rolfo (Istituto e Museo di Storia della Scienza), Maurizio Vivarelli (Università di Torino).
La Biblioteca digitale è come primo concetto una collezione digitale. Dal Rapporto 2013 di Europeana si può evidenziare la crescita nel tempo di contenuti digitali in Italia nelle biblioteche, compresi gli e-book che nascono originariamente digitali. Nell’indagine fatta da Enumerate nel 2013, a cui hanno risposto 23 istituzioni italiane che partecipano ad Europeana, la percentuale di oggetti digitali delle istituzioni culturali rispetto al patrimonio posseduto si attesta sull’11% mentre in Europa è al 17%. Il risultato è da considerare buono, considerando gli ostacoli ed anche alcune barriere culturali che ancora si frappongono alla digitalizzazione.
Maria Letizia Sebastiani ha illustrato i progetti della BNCF nazionali ed internazionali, evidenziando il ruolo pionieristico svolto dalla Biblioteca fin dagli anni ’90 e la funzione essenziale svolta a livello nazionale per la preservazione digitale con Magazzini Digitali ed il deposito legale. La collezione digitale continua ad essere incrementata malgrado la difficoltà di scarsità di risorse che affliggono la Biblioteca (poco più di 100 bibliotecari e solo 10 tecnici informatici) grazie a progetti di cooperazione con istituzioni pubbliche e private (come Google Books e Pro-Quest). La Biblioteca digitale è considerata strategica dalla BNCF che investe quindi sulla sua costruzione e sviluppo con continuità e rende accessibile il testo pieno dall’OPAC, ma la Direttrice richiama l’attenzione dei finanziatori e dei politici per garantire sostenibilità ai servizi.
Un altro aspetto della biblioteca digitale riguarda l’accesso all’editoria originariamente digitale. Tommaso Giordano ha parlato del cambiamento della biblioteca, descrivendo la storia di una biblioteca relativamente giovane, come la Biblioteca IUE, ed il mondo delle biblioteche accademiche che sono investite dal cambiamento della comunicazione scientifica, con il problema delle licenze di accesso e la continua riallocazione di risorse: la sfida consiste nel mantenere la struttura tradizionale ed insieme investire per l’innovazione. Tra i costi che comporta la biblioteca digitale sono da considerare i costi dell’infrastruttura tecnologica e l’IVA al 21% per contenuti digitali. Giordano ha evidenziato inoltre le difficoltà causate dal quadro legislativo, con il copyright restrittivo per le licenze di accesso che limitano il ri-uso delle risorse, che è ritenuto necessario. Come molte biblioteche accademiche, la Biblioteca dell’IUE, ha avviato nuove partnership con gli utenti ed ha assunto un ruolo di editore delle pubblicazione prodotte dai docenti dell’istituzione, raccolte nel deposito istituzionale Cadmus ed in alcune banche date specialistiche (European History primary sources (EHPS), economic and data information services, European Union Information Research Guide), che ricevono un elevato numero di visite. Per la preservazione digitale dei contenuti, la Biblioteca partecipa ai Progetti Lockss, Portico e Clockss. Giordano ha evidenziato come priorità per il futuro delle biblioteche digitali il problema della mancanza di competenze, dovute alle assunzioni bloccate dei giovani, ed allargare la partenership di cooperazione, considerando non solo istituzioni culturali, ma anche editori ed intermediari di servizi.
Un altro concetto di Biblioteca digitale è stato introdotto da Crupi, parlando della Sapienza Digital Library : la biblioteca digitale come piattaforma di servizi per gestire i patrimoni di biblioteche, archivi e musei universitari, insieme alle risorse digitali create da dipartimenti, come i dati provenienti dai risultati di ricerca ed altri archivi. La Sapienza digital Library rappresenta un investimento fatto dall’Amministrazione universitaria per dare risposta al cambiamento delle università verso il digitale, mettendo a disposizione Laboratori per la digitalizzazione insieme a consulenza su metadati, sulla creazione e sulla documentazione per la preservazione, su vocabolari tecnici di settore usando i Linked Data. Crupi ha evidenziato come priorità per il futuro delle biblioteche digitali il concetto di innovazione: il cambiamento della comunicazione scientifica non è solo un cambiamento di supporto dal cartaceo al digitale ma include nuove metodologie di analisi e ricerca delle diverse discipline scientifiche.
Una biblioteca digitale specializzata sul tema di Galileo è stata descritta da Iolanda Rolfo dell’Istituto e Museo di Storia della Scienza, evidenziando due altri aspetti della biblioteca digitale: l’aggregazione di risorse provenienti da diverse biblioteche ed i servizi specialistici di ricerca a supporto degli studiosi. Galileothek@ offre un esempio avanzato di biblioteca digitale comprendente le opere di e su Galileo, insieme a strumenti di ricerca che offrono vari servizi.
Infine Vivarelli ha evidenziato l’esigenza di nuovi corsi interdisciplinari per formare una nuova generazione di professionisti che sappia combinare competenze tecnologiche e competenze professionali tradizionali e rinnovate. Partendo dall’articolo di Crocetti Bibliotecarius tecnologicus del 1998, ha descritto l’importanza dell’interdisciplinarietà e la multidisciplinarietà ed anche le difficoltà di griglie disciplinari rigide.
In conclusione, la tavola rotonda ha toccato molti aspetti che meritano maggiore riflessione e soprattutto attenzione da parte di tutti gli interessati. La Biblioteca digitale è un’organizzazione complessa che richiede diversi livelli di attività ed infrastrutture. Un approccio coordinato ora manca ed invece riuscirebbe a portare economie di scala e soprattutto migliori servizi. AIB potrà attivare delle nuove partnership ed anche fare qualcosa di concreto per facilitare il futuro delle biblioteche digitali?