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Le mie dimissioni dal CEN AIB

Al Presidente e ai membri del Comitato Esecutivo Nazionale

Associazione Italiana per le Biblioteche

ROMA

A distanza di un anno e mezzo dalla mia elezione nel CEN dell’AIB sono in grado di fare una valutazione non superficiale di questa esperienza, e di ciò che essa ha rappresentato per me, anche in relazione ad analoghe esperienze che ormai da molti anni ho maturato in campo internazionale.

Devo riconoscere che per molti aspetti è stata un’esperienza positiva, perché mi ha messo a contatto con problemi che finora mi erano sconosciuti, e mi ha fatto conoscere una realtà fatta di situazioni e di persone con cui mai avevo pensato di dovermi misurare. Ma non posso negare che per vari versi quella di quest’anno e mezzo è stata un’esperienza stressante e frustrante, nella quale ho dovuto impegnare molte energie senza raggiungere quei risultati che pensavo fossero alla portata di tutti.

Confesso che in molti casi, di fronte a proposte che mi sembravano improntate a buon senso oltre che conformi a standard universalmente accettati, mi sono ritrovata davanti ad un muro di incomprensione preconcetta da parte della Presidente e di gran parte del CEN, preoccupati più di difendere lo status quo che di dare impulso, valorizzare e modernizzare le professionalità dell’Associazione.

Faccio solo alcuni esempi che spero renderanno più chiaro quanto affermo:

  1. Competenze professionali: La responsabilità attribuita dalla L.4/13 alle associazioni professionali è quella di migliorare la formazione continua e di valorizzare le competenze professionali, non quella di misurare in qualche modo le attività che i bibliotecari fanno, o di diventare un “creditificio”. E’ stata decisa dalla Presidente la costituzione di un Gruppo misurazione per la formazione continua con lo scopo, palesemente dichiarato, di dare crediti non alle competenze dei soci, come previsto dalla legge (92/2012, 4/2013, DL. 13/2013) bensì alle attività svolte, stravolgendo così le Linee Guida della formazione continua predisposte dall’Osservatorio Formazione. Nonostante le molte ore di discussione in seno al CEN sul documento Linee Guida (e relative Tabelle), alla fine la Presidente ha voluto emanare una Direttiva che avrebbe dovuto essere partecipata e condivisa dai soci, ma che in realtà non lo è stata. Questo atteggiamento burocratico e autoritario ha creato un conflitto tra le strutture AIB: CEN e Osservatorio Formazione, stravolgendone i naturali rapporti istituzionali, visti non già come ripartizione di compiti all’interno del CEN, bensì come una “delega” personale della Presidente, ed in quanto tale soggetta a precise direttive da parte del delegante al supposto “delegato”.

  2. Budget: La gestione del Budget è di fatto nella disponibilità della Presidente, scavalcando del tutto le competenze del CEN: da ultimo anche il preventivo 2016 è stato inviato per conoscenza al CEN senza essere oggetto di adeguata discussione. Questo significa che la Presidente decide da sola le spese da effettuare, quasi sempre privilegiando spese non necessarie (rimborsi spese per viaggi, contributi vari, ecc.) rispetto ai compiti istituzionali dell’associazione, quale la formazione continua dei bibliotecari, che viene piuttosto considerata un’entrata. Per fare un solo esempio, la Presidente è stata la sola, a fronte di dieci bibliotecari coinvolti nelle Sezioni dell’IFLA, ad intervenire all’ultimo Convegno IFLA con rimborso pagato da AIB. Ma c’è di più: ed è la commistione, personale e finanziaria, tra l’AIB ed il Colap (un ente privato che non ha funzioni di Ente certificatore) che non è accettabile. Com’è noto, a maggioranza il CEN ha deciso recentemente di dare un contributo straordinario (poi modificato come quota parte di un debito pregresso che l’AIB avrebbe nei confronti di Colap) di 300 Euro a Colap, che a detta del Presidente trovavasi in situazione di difficoltà finanziaria. A mio avviso si tratta di una delibera palesemente illegittima: in primo luogo perché la Presidente, come tutti sanno, fa parte del direttivo di Colap, per cui sarebbe stato opportuno, per non trovarsi in conflitto di interessi, che non avesse neppure partecipato a questa delibera, da cui comunque avrebbe dovuto astenersi. In secondo luogo Colap non ha mai proposto con atti formali una richiesta in tal senso, da cui avrebbe potuto ricavarsi una sia pur minima motivazione circa le ragioni per cui si chiede ad AIB di contribuire ad una loro difficoltà finanziaria. In mancanza di una esplicita richiesta una delibera di spesa è formalmente irregolare, oltre ad essere del tutto non motivata nella sostanza. Infine, la motivazione addotta dalla Presidente circa la necessità da parte di Colap di licenziare una sua collaboratrice non può e non deve coinvolgere AIB, dal momento che presenta vari motivi di perplessità anche dal punto di vista del diritto del lavoro.

  3. Advocacy e rapporti coi politici: Più di una volta in tempi recenti la Presidente è intervenuta, con interventi orali o per iscritto, su questioni nelle quali una maggiore prudenza da parte di chi ricopre una carica istituzionale sarebbe stata auspicabile. Cito solo, tra i vari casi, quello della Biblioteca Estense di Modena, nella quale ha preso posizione, esponendosi così ad ampie critiche, anche di autorevoli soci AIB, circa l’opportunità, da parte di chi ricopre un incarico istituzionale, di intervenire in una delicata questione alla quale l’AIB era del tutto estranea. Interventi giustificati come punti di vista personali, ma che per l’incarico ricoperto appaiono riferiti all’intero mondo delle biblioteche italiane, e che, dal punto di vista dei contenuti evidenziano la mancanza assoluta di una visione del servizio e del ruolo sociale delle biblioteche e la vicinanza piuttosto al ruolo di movimenti e di sindacati, a cui spesso si fa riferimento.

  4. Trasparenza e comunicazione: Non è accettabile che il Convegno dell’Associazione sia deciso dal solo Presidente senza alcun coinvolgimento del CEN. Le Sezioni hanno fatto dei passi avanti nell’ottica di MAB (Musei, Archivi, biblioteche), che però non sono stati considerati dalla Presidente, la quale ha rispolverato un programma vecchio di 3 anni, senza considerare tutte le idee nel frattempo maturate. Nel rapporto con i soci c’è una evidente volontà di controllo, invece che di facilitare la comunicazione. Le strutture di AIB così diventano colli di bottiglia, perché l’unica comunicazione possibile è filtrata dalla Presidente. La gestione delle riunioni è alla stregua di assemblee, dove solo chi ha la voce più alta viene sentito; gli ordini del giorno, quando ci sono, non vengono osservati, per dare spazio alle comunicazioni della Presidente e ad altre voci di minore rilevanza, che lasciano le questioni sostanziali alla fine della riunione, quando tutti sono stremati e sul piede di andar via.

  5. Agenda del CEN: La Presidente si attribuisce il diritto esclusivo di formulare l’Ordine del giorno delle sedute del CEN, anzi non ammette neppure che si possa discutere un argomento che lei non abbia inserito in agenda. C’è in sostanza una gestione verticistica dell’Associazione, che va contro qualunque regola di gestione democratica di un organo collegiale.

  6. Verbali del CEN: I Verbali delle riunioni CEN vengono scritti a distanza di tempo, non vengono mai approvati nella seduta successiva, o comunque messi a disposizione dei suoi componenti. Ma soprattutto non sono mai approvati in via definitiva, anzi spesso vengono modificati continuamente, anche a distanza di tempo. Ciò comporta che i verbali non possano essere mai pubblicati e diffusi, contro l’art. 24 comma 3 dello Statuto, che attribuisce al Segretario generale il compito di redigere e firmare i verbali di tutte le riunioni degli organi sociali, nonché l’art. 3.5 del Codice di comportamento, che afferma che i verbali delle sedute sono pubblici e possono essere consultati, o richiesti in copia, da ogni socio.

Mi sembra perciò che per una persona che, come me, era venuta per dare un contributo effettivo alla valorizzazione della professione bibliotecaria, avvicinandola un po’ di più agli standard internazionali, non ci sia più spazio dentro un organismo come il CEN. Ci sono profonde differenze di idee e di comportamenti nei temi della formazione e della professione, ma anche su quelli della gestione degli organismi associativi, che non posso sopportare oltre.

Pertanto con la presente intendo rassegnare le mie dimissioni dal CEN ad effetto immediato.

Firenze, 17 novembre 2015

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Competenze: cosa sono, cosa non sono?

Mi sono trovata molto spesso negli ultimi mesi a discutere di competenze coi bibliotecari e di come cambia la formazione continua quando l’approccio diventa quello del continuo miglioramento delle competenze. Ho cercato di tenere nota dei dubbi e dei concetti controversi sulle competenze che sono stati stimolati dalle conversazioni avute in questi incontri e li elenco di seguito.

Perché occorre evidenziare e misurare le competenze? Leggi il seguito di questo post »

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Gold road all’Open Access: due riflessioni veloci sul Seminario di Firenze

L’Open Access è legge anche in Italia (L.112/2013) e si è entrati in una fase nuova, in cui deve iniziare una collaborazione stretta tra tutti gli attori dell’editoria scientifica per costruire la Golden road all’Open Access. La CRUI ed in particolare il Sottogruppo Open Access, coordinato dal Prof. Roberto delle Donne ha iniziato una negoziazione con AIE insieme al CUN, per l’applicazione delle regole della Legge riguardo l’Open Access  in partnership con gli editori. Il Seminario di Firenze, organizzato da AIB CNUR e AIB Sezione Toscana, ha discusso problematiche ed opportunità che si aprono agli Atenei italiani ed in particolare alle biblioteche delle Università per le infrastrutture e servizi di cui hanno bisogno ricercatori e docenti, nel duplice ruolo di creatori e lettori di pubblicazione digitali Open Access. L’incontro si inquadra nelle iniziative promosse da AIB CNUR per la disseminazione ed applicazione del Rapporto “Rilanciare le biblioteche universitarie”. Maria Cassella ha introdotto i diversi modelli di piattaforme per l’Open Access adottati in Europa, evidenziando le caratteristiche delle piattaforme nazionali, internazionali, locali e quelle tematiche.

1. Open Edition: una piattaforma per l’Open Access

Valutazione Open Edition

Open Edition è una piattaforma che comprende libri, periodici e blog insieme ad un calendario di eventi (OpenEdition Books, Revues.org, Hypothèses, Calenda) comprendente le discipline umanistiche e sociali. La presentazione fatta durante il Seminario di Firenze è accessibile qui.

Una prima valutazione della piattaforma è stata realizzata dalle Biblioteche universitarie di cinque Atenei (La Cattolica di Milano, L’Istituto Universitario Europeo, l’Università di Firenze, L’Università di Napoli, l’Università di Torino). La piattaforma Open Edition come risultato di questa prima valutazione- che è stata realizzata usando una metodologia comune – presenta complessivamente buoni elementi di qualità (evidenziati in rosso e blu), con miglioramenti che sono stati indicati (colore giallo) soprattutto per la personalizzazione sia dell’istituzione che del singolo utente. le statistiche e l’evidenza della peer review fatta per le pubblicazioni. La valutazione verrà continuata fino a maggio 2014 ed un rapporto più preciso verrà preparato raccogliendo anche le opinioni dei docenti e lettori.

2. Come gli Atenei italiani si stanno adeguando all’Open Access?

Nel pomeriggio la Tavola rotonda, coordinata dal Prof. Roberto delle Donne, ha messo insieme oltre ad Open Edition, tre editori italiani (Casalini Torrossa, Lorenzo Armando, FUP Firenze University Press) insieme a Costantino Thanos dell’ISTI CNR. Il problema dell’aggregazione è stato discusso da parte degli editori e da parte dell’infrastruttura che ora è necessaria e perché l’aggregazione sia necessaria. Gli editori hanno diversi punti di vista: i piccoli editori vedono nelle piattaforme Open Access una strategia di sopravvivenza, gli editori consolidati si stanno attrezzando ad aprire una loro piattaforma per l’Open Access. Casalini ha annunciato che presto la loro piattaforma avrà anche un canale per l’Open Access.

Una riflessione da fare, oltre l’accesso, è tuttavia quella della cura dei dati e delle pubblicazioni digitali: nessuno o pochi come Magazzini digitali fa nulla sulla preservazione e cura delle pubblicazioni digitali Open Access.

Infine, un contributo interessante che è venuto dalla discussione è stato quello di Thanos che ha evidenziato che quello che è importante è capire perché le pubblicazioni scientifiche debbano essere in Open Access: la ragione sta nel facilitare la creazione di conoscenza, non nell’accesso gratuito!

Gli studiosi delle Università italiane preferiscono tuttavia mettere i loro lavori in Academia EDU: potremmo chiederci perché? Gli Atenei ed anche le biblioteche universitarie sono in ritardo sulla comprensione del problema di dare visibilità e pubblicare i risultati della ricerca. Nella discussione si è parlato di quello che manca: una politica della preservazione e tra i vari modelli  Clockss sembra il migliore, dei centri di dati che curino gli Open Data,  nuovi modelli di pubblicazione scientifica e, per quel che riguarda le biblioteche ed i bibliotecari, nuove competenze ed aggiornamento delle competenze professionali.

Ancora si frappongono molti ostacoli culturali, anche dove è stato ratificato un regolamento evoluto come a Torino, ci sono stati contrasti da parte dei docenti. E’ stato evidente il ruolo di promozione e formazione che devono avere i bibliotecari. In conclusione, si è discusso non solo di accesso ma di tutto il ciclo della creazione della pubblicazione digitale, evidenziando come vadano organizzate funzionalità come la preservazione e la gestione dei Linked Data. La cura dei dati sarà sempre più compito di Centri specializzati. Il nuovo contesto infine spinge a programmi di formazione e di aggiornamento che siano in grado di dare le giuste competenze al personale. Le Conclusioni di AIB  CNUR e Sezione Toscana sintetizzano la discussione, presentando tutto quello che dovrà essere fatto a partire dai concetti e elementi del ciclo editoriale da rivedere e ripensare anche in modo innovativo.

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Open Science nelle biblioteche pubbliche ed universitarie

Le politiche della Commissione Europea per l’Open Access hanno dichiarato apertamente di favorire l’accesso aperto ai dati ed ai risultati della ricerca finanziata con denaro pubblico, a partire dal 2007. Un elenco aggiornato delle decisioni e dei risultati di vari progetti è accessibile qui: http://ec.europa.eu/research/science-society/index.cfm?fuseaction=public.topic&id=1301&lang=1. L’accesso ai dati della ricerca è stato dichiarato recentemente un requisito essenziale per l’innovazione e la creatività in Europa: http://europa.eu/rapid/press-release_IP-12-790_en.htm. La strategia europea definisce quindi  il ruolo strategico dell’Open Science, inteso come accesso aperto ai dati ed ai risultati della ricerca. La Commissione Europea ha inoltre finanziato vari progetti per analizzare i requisiti necessari per l’infrastruttura necessaria alla realizzazione dell’Open Access: http://ec.europa.eu/research/science-society/index.cfm?fuseaction=public.topic&id=1302&lang=1.

Se allora l’Open Science è strategico, cosa si fa per l’Open Access, a circa dieci anni dalla nascita del movimento?

Dall’indagine fatta da Science Metrix nel 2012 per la Commissione Europea sulla disponibilità delle pubblicazioni, dei dati e sulle politiche delle istituzioni di ricerca, risulta che circa il 40% dei risultati della ricerca sono disponibili in linea con accesso aperto: un risultato davvero incoraggiante: http://europa.eu/rapid/press-release_IP-13-786_en.htm. Lo studio ha verificato che le politiche per la ricerca stimolano sia l’Open Access “gold”(periodici in modalità Open Access) che l’Open Access “green” (auto-pubblicazioni nei depositi istituzionali).  Per l’accesso aperto ai dati della ricerca, che è previsto in Horizon 2020, invece il ritardo è maggiore.

Gli studiosi dovranno rendere disponibili i loro lavori ed i dati di ricerca in un deposito istituzionale  aperto dopo un periodo di embargo limitato a 6 mesi e fino ad un massimo di 12 mesi per le discipline umanistiche. Quale può essere il ruolo delle biblioteche?

Nelle biblioteche universitarie, AIB CNUR e la Sezione Toscana hanno discusso il ruolo delle biblioteche nell’Unconference del settembre scorso in cui la discussione era partita dall’analisi del Documento CNUR Rilanciare le biblioteche universitarie. Le nuove funzioni dei bibliotecari universitari per l’Open Science sono state individuate nel supporto dato al ciclo editoriale, dalla creazione delle pubblicazioni fino alla loro valutazione, incluso il nuovo ruolo per la cura dei dati di ricerca.

Non è comune associare Open Science alle biblioteche pubbliche ma su questa possibile sinergia un gruppo di studenti dll’ENSSIB ha presentato un Workshop “Open Science in Public Libraries: Let (Digital) Humanities Come In!”  a Bobcatsss 2014! Cosa offrono le biblioteche pubbliche a sopporto dell’Open Science? accesso libero, supporto alla formazione continua, stimolo alla cittadinanza attiva. La diffusione dell’innovazione scientifica ai cittadini che hanno accesso a contenuti scientifici serve a  facilitare la disseminazione dell’informazione ed anche l’avvicinamento agli studiosi della popolazione.

In conclusione di questo post su Open Science, posso dire che occorre inquadrare l’Open Access nella cornice più ampia dell’Open Science. Inoltre non bisogna limitarsi a considerare l’Open Access come un modello di accesso o un modello economico: è il nuovo modo di creare conoscenza e di apprendere e la finalità dell’Open Access è quella di facilitare e velocizzare il processo di apprendimento.

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Piattaforme per l’Open Access: un incontro a Firenze il prossimo 25 marzo

In occasione della presentazione della piattaforma Open Edition, è stata organizzato a Firenze da AIB CNUR ed AIB Sezione Toscana un incontro ed una Tavola Rotonda per parlare di una strategia per l’Open Access nelle biblioteche, in particolare quelle universitarie (ma anche tutte quelle che adottano la filosofia dell’Open Access). L’evento AIB è promosso qui: http://www.aib.it/struttura/sezioni/2014/40901-piattaforme-per-lopen-access/
Sarebbe importante una partecipazione ampia soprattutto da parte dei bibliotecari universitari perché ci sono molte novità sull’Open Access in Italia.
Ad esempio chi sa che l’OA è legge? La L. 112/2013 pur se con critiche e regole che potevano essere migliori, è un primo importante successo. Chi sa che il MIUR ha organizzato un National Point of Reference (Raccomandazione della CE (17.7.2012)? chi sa della possibilità di post-review che è possibile con le piattaforme che aggregano e facilitano la visibilità delle pubblicazioni?
I bibliotecari italiani, e l’AIB prima di tutto, dovrebbero prendere posizione con più trasparenza e chiarezza a favore dell’Open Access. Questo è una grande opportunità per i bibliotecari. Grazie all’Open Access ed all’organizzazione che tutte le Università dovranno darsi da ora in poi, i bibliotecari potranno essere parte attiva del ciclo delle pubblicazioni scientifiche, dalla loro creazione alla loro valutazione. Perché continuare nel ruolo che tradizionalmente ci siamo ritagliati in questo ciclo? cioè quello di selezionare e garantire l’accesso alle pubblicazioni prodotte da autori esterni alla nostra istituzione? i nostri utenti sono creatori di pubblicazioni scientifiche, ma spesso in biblioteca queste non ci sono e neppure si trovano nei nostri cataloghi e bibliografie. A me questo sembra sbagliato. Nell biblioteche universitarie vorrei trovare tutte le pubblicazioni pubblicare dai docenti ed anche vorrei trovare delle bibliografie dettagliate di quello che i docenti dell’istituzione hanno prodotto. Non credete?
Open Access non è contro gli editori commerciali! se questo è stato un ostacolo in passato per una presa di posizione chiara da parte dei bibliotecari per timidezza e rispetto verso gli editori, ebbene questo ostacolo non c’è più. Sono proprio gli editori ed alcuni privati che stanno cominciando ad offrire piattaforme alle biblioteche per l’Open Access. Forse conviene cominciare a capire che dopo dieci anni le cose sono cambiate. Proprio a Parma, nel maggio 2009 l’Associazione Internazionale degli Editori (IPA) insieme ad IFLA hanno fatto un incontro in cui il tema dei possibili svantaggi e vantaggi dell’Open Access è stato dibattuto per venire alla conclusione, poi siglata a The Hague, che l’Open Access è un modello vantaggioso per tutti. A seguito di questo incontro IFLA ed IPA hanno siglato il testo che trovate qui: http://www.ifla.org/news/joint-iflaipa-statement-enhancing-the-debate-on-open-access.
 I bibliotecari devono anche capire che, per come funzionano i motori di ricerca in Internet e l’architettura dell’informazione nel Web, la ricerca ha bisogno di servizi di aggregatori e di piattaforme aperte, non è sufficiente il servizio dei depositi istituzionali. I Sistemi bibliotecari universitari che hanno realizzato i depositi, hanno fatto molto bene e devono continuare a mantenerli assicurando contenuti di qualità e metadati di qualità, insieme alla preservazione. Tuttavia per l’accesso più ampio dovranno servirsi di piattaforme di aggregatori, o costruire una piattaforma cooperativa come è stato fatto in alcune nazioni europee. I diversi modelli che ad esempio sono stati sviluppati in Europa sono descritti in un recente articolo di Tommaso Giordano, che trovate qui: http://eprints.rclis.org/21031/1/TGiordano2014FINALE.pdf
Un tema importante è quello organizzativo e giuridico: sono necessarie delle “policy” che accompagnino le infrastrutture per regolamentare l’accesso e l’uso più ampio delle pubblicazioni digitali: la tecnologia è strettamente legata ai temi giuridici e regolamentari. Questo è un compito in ui i bibliotecari dovrebbero collaborare strettamente con i docenti e gli amministratori delle Università, molto più di quello che è stato fatto fin ora. Quali iniziative ci sono state dopo la Dichiarazione di Messina? sono passati quasi dieci anni da quella Dichiarazione, forse sarebbe bene riflettere su cosa si è ottenuto e cosa resta da ottenere. Un altro Convegno, organizzato a Pisa, su Open Science 2020: http://eventi.isti.cnr.it/index.php/it/info.
Anche questo Convegno si pone l’obiettivo di concentrarsi sulle Policy e sul loro impatto sull’infrastruttura necessaria per l’Open Access ed il programma evidenzia bene il problema di realizzare la Scienza Aperta nelle sue 4 Dimensioni: politica, giuridica, tecnologica ed economica.
L’incontro AIB di Firenze sarà in Sala Comparetti in Piazza Brunelleschi, presso la Biblioteca Umanistica di Lettere ed avrà il seguente programma:

Programma

h. 10:00 Benvenuto
h. 10:30-11:30 Sessione 1: Open Edition: presentazione
h. 11:30-12:30 Sessione 2: Risultati del test effettuato sulla piattaforma da: Università Cattolica, Università degli Studi di Firenze, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Università degli Studi di Torino, Istituto Universitario Europeo.

Pausa pranzo e possibilità di comunicare coi responsabili di Open Edition

h. 14:00-16:00 Tavola rotonda: Roberto delle Donne (Coordinatore), Mauro Guerrini (Università di Firenze), Giovanni Mari (FUP), Michele Casalini (Torrossa), Costantino Thanos (ISTI CNR), J.C. Peyssard (Open Edition), Lorenzo Armando (Accademia University Press), Elena Giglia (Università di Torino)
h. 16:00-17:00 Discussione e Conclusioni a cura di AIB Toscana e AIB CNUR.

Una sintesi dell’incontro di Firenze e di Pisa sarà disponibile in questo Blog.

E’ bene che AIB diventi più attiva per le politiche Open Access, molto di più di come è stata in passato. E’ una grande opportunità da cogliere per migliorare il ruolo ed il servizio che i bibliotecari offrono alle loro istituzioni di appartenenza.

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Messico: discussione e sintesi del Trend Report di IFLA

Il Messico ha pubblicato una sintesi della discussione degli esperti che hanno realizzato il Trends Report di IFLA.

La sintesi comprende gli interventi ed i seguenti temi:

The future of copyright, new business models and the public interest
The disruptive democratisation of education
Online activism, governance, privacy and security
Economic and demographic trends
Technological trends

Una versione della pubblicazione è accessibile qui: http://trends.ifla.org/mexico-synthesis

Gruppo di esperti in Mexico 2013

Gruppo di esperti in Mexico 2013

 

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Ruolo delle Associazioni bibliotecarie

Per migliorare l’immagine dei bibliotecari, occorre partire dal rafforzamento delle Associazioni bibliotecarie! questo è il risultato di una discussione avviata da IFLA con l’UNESCO sin dall’inizio degli anni  ’70 e che ha portato prima alla costituzione della Round Table on Library Association Management e poi alla Sezione Library Association Management.

Per rafforzare le Associazioni Bibliotecarie, l’UNESCO alla fine degli anni ’80 ha pubblicato le linee Guida per le Associazioni Bibliotecarie che sono accessibili qui:

http://www.unesco.org/webworld/ramp/html/r8911e/r8911e00.htm#Contents

Continuando a concentrare i suoi sforzi per rinforzare le Associazioni bibliotecarie, IFLA ha sviluppato il Programma Building Strong Library Association, basato sull’addestramento in e-learnng delle Associazioni interessate a migliorare se stesse e l’immagine dei bibliotecari, che potete accedere qui: http://www.ifla.org/about-bsla.

Sono sei le nazioni in cui il Programma BSLA di IFLA è stato utilizzato e sono stati diffusi i risultati e l’impatto che il programma ha avuto nelle Associazioni bibliotecarie, i suoi membri e la società che usufruisce dei servizi bibliotecari. L’impatto è stato evidente e misurabile!

Il materiale nella piattaforma e-learning prodotto da IFLA è liberamente utilizzabile ed anche traducibile.

Perché non usarlo? i moduli sono 8 e coprono i seguenti temi:

Library Associations in Society: An overview
Module 1: The aim of this module is to provide the context for the role that library associations can play in society and what makes a successful library association.

Building Your Library Association
Module 2: The aim of this module is to describe the basic components of a typical library association and discuss what needs to be put in place in order to establish and operate a successful association.

Sustaining your Library Association
Module 3: This module is aimed at developing strategies for the long-term operation and sustainability of your library association.

Developing Strategic Relationships: Partnerships and Fundraising
Module 4: The aim of this module is to explore the need for library associations to build relationships with the wider community for both fundraising and developing and maintaining strategic partnerships.

Libraries on the Agenda
Module 5: This module focuses on the role of the library association and libraries in the broader society with particular reference to functions in advocating, educating and campaigning for the increased importance of libraries in the information society.

Library Statistics for Advocacy
Module 6: This module was designed by a working group of IFLA’s Statistics and Evaluation Section. Whenever we communicate with politicians, funding bodies or library stakeholders: if we want to put our libraries on the agenda, we need numbers, statistics and evidence to prove our point and underline our arguments.

Train the Trainer
Module 8: The principal aims of this module are: To introduce participants to the IFLA Building Strong Library Associations Program

Questi strumenti sono importanti per rafforzare AIB e sostenere l’azione che ha iniziato ad intraprendere di riconoscimento della professione e di promozione del ruolo sociale delle biblioteche.

Ad esempio AIB potrebbe avvantaggiarsi dei materiali di BSLA per fare un corso sull’Advocacy.

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Grandi opportunità per i bibliotecari italiani: la mia visione

Ho deciso di candidarmi per le elezioni AIB CEN per cercare di realizzare la mia visione dei professionisti che trovate qui https://t.co/MW3eEmnJ9n

Credo davvero che questo sia un periodo di grandi opportunità per la professione,  forse sono troppo ottimista?

Non è un’opportunità per noi l’Open Access? abbiamo per la prima volta la possibilità concreta di prendere posizione con chiarezza a favore dell’accesso aperto, che realizza la nostra missione prioritaria di accesso all’informazione, nello stesso tempo ci consente di essere coinvolti coi nostri utenti in attività di self-publishing, supporto alla comunicazione scientifica, didattica MOOC e OER. Non è una vera opportunità avere un tale risultato a portata di mano senza troppo sforzo?

Ogni commento è benvenuto!

Roars

Roars

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Donna Scheeder participation at 58th National Congress of Italian Library Association

Per la prima volta nella storia dell’Associazione AIB, la President Elect di IFLA ha partecipato al Congresso annuale AIB!

Leggete la notizia nel sito dell’IFLA

Website Trend Report

Website Trend Report


Donna Scheeder ci ha presentato il Trend Report che sintetizza in 5 tendenze i cambiamenti della Società che avranno un grande impatto sulle biblioteche. Vogliamo dedicare questo Blog nei prossimi mesi alla discussione su queste tendenze globali.

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Mini Caucus dei bibliotecari italiani a IFLA WLIC 2013, Singapore

Per il secondo anno consecutivo i bibliotecari italiani che partecipano al WLIC IFLA a Singapore si incontreranno per un Mini (perchè siamo pochi!) Caucus il 19 agosto alle 12:30 nella stanza 301.

L’agenda della discussione include:

h 12:30 Introduzione
Attività dell’IFLA di rilevanza per i delegati italiani: Trend report, Committee on standards, Satellite a Torino nel 2014. I Seminari Notizie da IFLA realizzati da AIB Toscana
Anna Maria Tammaro
(IFLA Governing Board)

h 12.45
Attività dei delegati italiani nelle Commissioni IFLA

DIV I
Library and Research Services for Parliaments
Raissa Teodori

DIV II
Preservation and Conservation
Ornella Foglieni

DIV III
Cataloguing Section
Massimo Gentili Tedeschi

Working group on Standards Manual
Agnese Galeffi

Knowledge Management
Leda Bultrini

DIV IV

h 13.15
Attività IFLA in Italia, Expo Milano
Stefano Parise (Presidente AIB)

h 13.30 Conclusioni e Foto di Gruppo

 

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